Rosalie

di Erminio Fischetti

Liberamente tratto da una storia vera, il nuovo film, in sala dal 30 maggio per Wanted, di Stéphanie Di Giusto (Io danzerò), che sa scrivere e sa dirigere, ed è molto sensibile e con una cifra unica, passato lo scorso anno dalla sezione Un certain regard di Cannes, dov’era in lizza anche per la Queer Palm, Rosalie, conduce lo spettatore in una lirica storia di coraggio e autodeterminazione nella Francia dei lumi a petrolio, dove uno squilibrio ormonale per i più bigotti è un segno del demonio, una donna barbuta un fenomeno da baraccone: ben realizzato sotto ogni punto di vista, ha un ottimo cast in cui spiccano Nadia Tereszkiewicz e Benoît Magimel, che dà vita a un personaggio complesso, che evolve, emozionante. Da vedere.

Ritratto di un amore

di Erminio Fischetti

Ritratto di un amore, in sala da domani per I Wonder, è un film da non perdere di un bravo cineasta come Martin Provost, dall’elegantissimo découpage, applaudito a Cannes 2023 non solo per l’impeccabile confezione e l’affresco di un mondo bohémien, che narra con gli ottimi Cécile de France e Vincent Macaigne una grande passione fisica e mentale, contraddittoria, fragile e fortissima, un’unione d’anime e corpi inscindibile nonostante tutto, un amore fuori da ogni schema, fra vita a arte. Quando il grande pittore postimpressionista francese Pierre Bonnard incontra quella che per lui è Marthe de Méligny, inizialmente pensa solo di aver trovato una modella, forse una musa. E invece sarà molto di più…

IF

di Erminio Fischetti

Grazioso, raffinato, elegante, emozionante, commovente, per tutti, grandi e piccini, ricco di livelli di lettura e chiavi d’interpretazione, in sala da domani per Eagle all’ombra del cielo trapunto di stelle di Paramount, IF – Gli amici immaginari è la nuova e riuscitissima priva di attore, sceneggiatore e regista di John Krasinski, che è colto e sensibile, e si vede e si capisce, chiama a raccolta tutti gli amici (in Italia le voci dei personaggi principali sono di Ciro Priello e Pilar Fogliati, in originale c’è chiunque) della Hollywood mainstream ma non banale e dà vita alla storia di una bambina, bravissima protagonista,  che è dovuta crescere velocemente e si trova ad affrontare mille avventure insieme a tanti personaggi creati da fanciullesche fantasie. Perché non è mai troppo tardi per una infanzia felice… Menzione speciale per Ryan Reynolds e Fiona Shaw.

Mothers’ instinct

di Erminio Fischetti

Mothers’ instinct. Atmosfere à la Chabrol per un noir un po’ troppo grottesco e a tratti sopra le righe, remake piuttosto fedele di una pellicola belga acclamatissima in patria, Doppio sospetto di Olivier Masset-Depasse, a sua volta tratta da un romanzo, Oltre la siepe di Barbara Abel: passato per diversi festival già due anni fa arriva nelle sale italiane giovedì per Vertice 360 il film di Benoît Delhomme, sventuratamente da alcuni punti di vista un’occasione un po’ mancata, con i premi Oscar Anne Hathaway e Jessica Chastain, punte di diamante di un nutrito cast, nei panni di due donne, due amiche, due madri, due vicine di casa nell’opulenta America kennedyana dall’estetica laccata, cotonata e borghese, ricostruita come si immagina, che predilige che la dimensione femminile resti il più prossima possibile al focolare, e tutto ciò che non va è meglio che rimanga nascosto come polvere sotto al tappeto. Poi, d’improvviso, il dramma, e…

The Fall Guy

di Erminio Fischetti

Una splendida sorpresa che mescola adrenalina, commedia, citazioni e musica dell’entertainment americano, un omaggio al mondo degli stunt e delle maestranze, godibilissimo, divertente, adrenalinico, un’americanata col botto e i controfiocchi, straricca di riferimenti, ben scritta, ben diretta, ben recitata, un tributo d’amore verso il cinema e il suo essere sogno ed emozione, una pellicola leggera ma non superficiale, muscolare e piena d’azione, di pura ma intelligente evasione: The Fall Guy, in sala per Universal da mercoledì primo di maggio – una festa per un giorno di festa… – adattamento cinematografico di David Leitch della serie tv Professione pericolo creata da Glen A. Larson, non a caso retaggio degli anni Ottanta, esagerati per natura, è un vulcanico tripudio di strepitosa energia che vede protagonisti Ryan Gosling, portentoso, Emily Blunt, Aaron Taylor-Johnson, Hannah Waddingham, Lee Majors e tanti altri. La storia è quella di Colt Seavers, uno stuntman sul viale del tramonto o quasi che si ritrova a lavorare sul set insieme a una star che però d’un tratto sparisce nel nulla: quando il film, diretto dalla sua ex-ragazza Jody Moreno, rischia pertanto di essere cancellato, Colt si offre volontario per indagare sulla scomparsa e cercare di ritrovare l’attore scomparso. Ma… Da non farsi sfuggire.

Fantastic machine

di Erminio Fischetti

Il potere sensazionale dell’immagine, il suo linguaggio, la sua capacità di immortalare e descrivere, costituendo le basi della società, determinando un’evoluzione del concetto stesso di identità, tra volontà e rappresentazione, nella moltiplicazione di device e mezzi che di per sé non sono né buoni né cattivi, ma la cui declinazione d’uso rende la realtà una e molteplice, variegata, variopinta, caleidoscopica, contraddittoria, plurale, tra mistificazione, memoria, testimonianza e ostentazione, indagando il bene, il male e tutto quel che c’è nel mezzo: Fantastic machine, meritatamente premiato con ogni evidenza sia al Sundance Festival che nella splendida cornice della Berlinale, esce il 9 maggio al cinema distribuito dalla sempre ottima creatura dell’indimenticato Vieri Razzini, ovverosia Teodora, ed è un documentario riuscito e bellissimo, intenso, potente, elegante, raffinato, compiuto, completo, prodotto da Ruben Östlund (regista due volte vincitore della Palma d’Oro per gli eccellenti, significativi, evocativi e disturbanti Triangle of Sadness e The Square, capaci di mettere alla berlina senza retorica le storture del nostro tempo liquido) e presentato nella versione italiana con la voce narrante di Elio Germano. Da non farsi assolutamente sfuggire: per conoscere, capire, pensare, riflettere, meditare, interrogarsi.

Challengers

di Sabrina Colangeli

Dopo la lunga attesa – e la delusione per non averlo visto all’ottantesima Mostra del Cinema di Venezia – sbarca nelle sale italiane Challengers. La nuova pellicola diretta da Luca Guadagnino arriva il 24 aprile, distribuita da Warner Bros., e già si preannuncia come un vero e proprio fenomeno. Spinto dall’incredibile promozione che sta portando i protagonisti a girare tutto il mondo e dall’altissimo livello di hype che lo circonda, il progetto promette di sbancare i botteghini e imprimersi nell’immaginario del pubblico.

A farne la forza sono senza dubbio gli attori (Zendaya, Josh O’Connor e Mike Faist) – raramente un trio di giovani interpreti appare così affiatato e ammaliante – capaci di incarnare tre figure altamente problematiche, costrette a convivere con rimorsi e rimpianti, ad allontanarsi da sogni che sono stati a portata di mano, a nascondere ciò che turba la loro anima. Il pubblico si appassiona alle vicende narrate, in maniera naturale, dal momento che appartengono alla sfera di ciascuno di noi – per quanto l’ambientazione faccia riferimento al tennis professionistico – e partecipa a livello emotivo, venendone trascinato dentro dallo stile pop e magnetico. Guadagnino firma, infatti, una regia encomiabile: la presenza dell’autore si avverte in ogni singola inquadratura, sia che riprenda un particolare dei suoi attori, sia che restituisca la velocità del gioco attraverso una pallina da tennis. Challengers si distanzia dal resto della sua filmografia e colpisce nel segno proprio per questa capacità di intrattenere ogni genere di spettatore, andando a stuzzicare emozioni diverse e ad alzare l’asticella delle aspettative.

Un plauso a parte va alla musica, perfetta a tenere altissimo e scandire il ritmo, oltre che a simboleggiare determinati momenti narrativi.

Back to Black

di Erminio Fischetti

Back to Black. Amy Winehouse, talento sopraffino e fragile, se n’è andata troppo presto, ma fortunatamente l’arte rende immortali, forse specialmente proprio le canzoni: Sam Taylor-Johson (la produzione, tra gli altri, è di StudioCanal) la fa interpretare a Marisa Abela, che fa del suo meglio ed è circondata da ottimi professionisti (Jack O’Connell, Eddie Marsan, Juliet Cowan, Leslie Manville…) per un biopic, in sala dal diciotto di aprile per Universal, classico e che si lascia ben guardare.

Civil war

di Erminio Fischetti

Intenso, avvincente, emozionante, inquietante, ben scritto, ben recitato, ben congegnato, interessante e potente per il messaggio, Civil war è un film riuscito che si avvale di un’ottima compagine attoriale (Kirsten Dunst e Cailee Spaeny, che hanno in comune riuscite collaborazioni con Sofia Coppola, Wagner Moura, Jesse Plemons, Nick Offerman, Stephen McKinley Henderson…) e che induce alla riflessione: una nuova guerra di secessione ha spaccato l’America, il presidente eletto è diventato un dittatore sanguinario che combatte contro i ribelli del Texas, della Florida e della California, e i giornalisti d’inchiesta, i cani da guardia del potere, i fotografi che immortalano, tra speranze e disillusioni, ideali e abbrutimento, gli eventi più significativi sono i nuovi eroi dal fronte, ma per le loro armi non serve la polvere da sparo. In sala per 01 dal 18 aprile: da vedere. 

Monkey man

di Erminio Fischetti

Monkey man. Dal quattro di aprile al cinema per Universal. Di e con Dev Patel, prodotto da Jordan Peele. Kid combatte da tutta la vita per provare dolore, perché deve espiare una colpa che non ha, perché quando sei un bambino che subisce la più atroce delle ingiustizie e il più tormentoso dei dolori anche se poi diventi un uomo non cresci mai, e non ti liberi mai. Invece ora il suo scopo è proprio quello di liberare, vendicare, giustiziare e fare giustizia, combattere per gli ultimi, i diseredati, i dimenticati, i vilipesi, gli emarginati, i topolini schiacciati dal potere, soffocati dai mefistofelici miasmi di corruzione, sesso, potere, politica e religione, cosa ben diversa dalla spiritualità. Violentissimo, splatter, adrenalinico, è un bell’esordio: da vedere.